La dimensione digitale si presenta ai nostri occhi come uno spazio aperto. Gli orizzonti sono vasti, grandi nebulose di informazione si espandono continuamente per creare galassie di interconnessioni. I nostri occhi osservano la luminosità di questi fenomeni senza afferrare pienamente la loro complessità e grandezza. Se cerchiamo di immaginare questi mondi, senza esplorarli ci è impossibile capire la loro natura: la relazione tra gli elementi, i loro abitanti, la dinamica degli ecosistemi. Esplorare è costruire esperienza, addentrarsi, disegnare un percorso con le nostre impronte.
La dimensione digitale è popolata di dati, sarebbe semplice dire che si presentano in lunghe file, ordinati nel tempo e nello spazio, categorizzati, elaborati, archiviati in modi così specifici che quando vi entriamo potremmo trovarvi un ordine perfetto. Ma la vera ricerca è l’esperienza della ricerca; il viaggio è ciò che insegna, sono le connessioni improbabili, singolari, guidate dalla visione del territorio di ogni esploratore, che indicano i punti da cui poi emerge la cartografia.